Articolo pubblicato su Italia Oggi. Di Edoardo Capulli.
Dal 2015 la gestione delle imposte si è complicata per assicurare maggiori introiti all’erario.
Articolo Pubblicato su Italia Oggi
di Edoardo Capulli
Iva e Irap rompicapo per gli enti
Dal 2015 la gestione delle imposte si è complicata per assicurare maggiori introiti all’erario.
Negli ultimi anni, e soprattutto a partire dal 2015, la gestione delle imposte si è complicata. Una tendenza inarrestabile, tanto che oggi risulta quanto mai gravoso tenere aggiornata l’agenda degli adempimenti obbligatori e delle operazioni da svolgere per assicurare al proprio Ente una corretta e conveniente gestione della Fiscalità Passiva.
Tutto viene da due spinte contrapposte: la necessità dello Stato di assicurare introiti fiscali maggiormente certi e l’inesorabile adattamento della prassi nazionale verso una gestione dell’IVA più di taglio europeo. Sul primo fronte ci sono strumenti come i nuovi spesometri, le comunicazioni delle liquidazioni, l’allargamento dello split-payment che alimentano l’apprensione verso l’Agenzia delle Entrate. Dall’altro lato, sentenze che correggono impostazioni troppo restrittive dell’autorità finanziaria o che ricordano ai Comuni di fare un migliore uso, anche dal punto di vista fiscale, delle concessioni di impianti e di diritti a terzi, che generano apprensione anche nei confronti della Corte dei Conti.
Vediamo lo scenario dinanzi a un Ente da qui a fine anno. Sul fronte IRAP sono girate due sentenze della Cassazione, a una ricerca più accurata le prime di un gruppetto più nutrito, che dichiarano “prive di fondamento” le argomentazioni che portavano l’Amministrazione finanziaria a dichiarare indeducibili, dalla base imponibile IRAP istituzionale degli enti pubblici, i contributi per le assicurazioni obbligatorie sul lavoro. Questo fatto, unito al disposto del D.L. n°193/2016 come convertito definitivamente, obbliga gli Enti pubblici a produrre entro fine anno le Dichiarazioni IRAP2013 integrative a favore per recuperare i crediti altrimenti persi per sempre; operazione più semplice a dirsi che a farsi per le implicazioni che comporta nel caso di Enti in regime IRAP mista e per le tante, contradditorie indicazioni su come integrare le dichiarazioni.
Sul fronte IVA gli Enti locali si trovano alle prese con le ultime due liquidazioni mensili e alle relative comunicazioni trimestrali che scadranno a febbraio 2018 insieme al nuovo spesometro. Quest’ultimo adempimento risulta tecnicamente complesso, gravato da sistemi informatici macchinosi e capaci di dare manifestazione a comportamenti diffusi pur se non corretti. Basti pensare ai casi nei quali non saranno comunicati gli incassi dei servizi per i quali si registrano corrispettivi pur in assenza di norme che esonerino dall’obbligo di emettere fattura, oppure alle fatture emesse ma non registrate perché ritenute “curiosamente” non rilevanti. Non si pensa poi che comunicare fatture a cui non corrispondano detrazioni di imposta, denuncia una potenziale disattenzione nella gestione fiscale.
Entro fine anno gli Enti si troveranno a fare i conti con la necessità di registrare tutte le fatture detraibili ricevute, non ancora pagate, con il dilemma se farlo entro l’anno o entro la scadenza della Dichiarazione IVA2018, per restare dentro le prescrizioni dei rinnovati Artt. 19 e 25 del D.P.R. n° 633/1972. Il 27 dicembre appuntamento con l’acconto IVA, con un occhio al nuovo D.M. del 27/06/2017 e alla circolare n° 27 del 07/11/2017. Sempre prima di stappare le bottiglie per il 2018, che nasce con le migliori intenzioni di sterilizzare ancora una volta l’aumento delle aliquote IVA, i contribuenti dovranno verificare se si debbano integrare le dichiarazioni del periodo 2012, per recuperare mancate detrazioni.
Le istruzioni ARCONET hanno infine indicato la corretta contabilizzazione delle operazioni rilevanti IVA, rispetto a quelle istituzionali. Nonostante questo molti Enti perseverano nel gestire contabilmente l’IVA in Split payment commerciale alla stregua di quanto previsto per il Reverse charge. Su tutti grava il dubbio se aderire all’innovazione del nuovo comma 01 del D.M. 23 gennaio 2015, art. 5 che potrebbe resuscitare i crediti IVA, alleggerendo la pressione sulle liquidazioni mensili, segnando un ritorno a una “normalità” quasi dimenticata.
Edoardo Capulli
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