
Articolo Pubblicato su Italia Oggi
di Edoardo Capulli
Iva, un rompicapo per i comuni
L’imposta sta diventando un rebus sempre più complesso
Kibernetes garantisce agli enti locali un’assistenza fiscale tarata sul settore pubblico
Nel 2017, nonostante una lotta all’evasione fiscale di circa diciassette miliardi, si è misurato un aumento delle imposte dirette in linea con la crescita del Paese ma una riduzione di quelle indirette di nove miliardi. È stato il secondo anno consecutivo in cui si è creato un buco frutto dello squilibrio tra PIL e gettito fiscale, figlio dell’era del commercio su Internet che impatta a cascata sulle amministrazioni territoriali e regionali.
L’IVA è vista dagli Enti locali come un adempimento sempre più fitto di scadenze e irto di ostacoli, in bella evidenza davanti a una miriade di altri balzelli. Si è raggiunta una situazione nella quale è proprio l’Ente locale il contribuente che deve gestire la maggiore complessità riguardo all’imposta. Rispetto alle società private i Comuni possono gestire decine di attività, molteplici gestioni particolari, diversi regimi straordinari, opzioni e aliquote differenziate, dovendo nel contempo garantire un pezzetto della cassa dello Stato con il meccanismo dello Split-payment.
Affrontare consapevolmente questa situazione esige tre diversi livelli di pensiero. Il primo, interno agli enti, impone di avere una visione maggiormente specialistica dell’IVA in ambito pubblico: ripensando le modalità amministrative e contrattuali di gestione delle attività rilevanti, si può arrivare a risparmiare imposta a sostegno dei bilanci. A fianco della via dell’adempimento ineccepibile e puntuale, si può più saggiamente cogliere l’occasione di fare un tagliando alla gestione IVA del proprio Comune, anche solo per ottenere risparmi.
Un secondo livello coinvolge necessariamente l’azione legislativa e parlamentare, toccando punti nei quali i Gruppi e le Commissioni possono fornire elementi di agevolazione normativa che semplifichino la vita agli enti. Elementi come l’integrabilità per cinque anni delle dichiarazioni in ambito pubblico (per correggere o recuperare risorse) acquistano un rilevo più definito se si pensa all’identico limite temporale di accertamento di responsabilità della Corte dei Conti.
Il tutto deve essere considerato nel quadro generale di quest’imposta che, ricordiamo, è europea. Sin dagli albori l’IVA ha assunto un ruolo nevralgico nella definizione delle politiche fiscali degli Stati dell’Unione, sottolineato fino al 2018 dalle “clausole di salvaguardia”. Per contro un istituto di recente introduzione, lo Split-payment, addossa alle pubbliche amministrazioni gli oneri di assolvimento del tributo in relazione ad acquisti destinati ad un impiego “istituzionale”, dimostrando come, nel contesto nazionale, l’IVA assuma il ruolo di imprescindibile strumento di policy fiscale anche nei confronti degli enti pubblici. La legislazione domestica è sempre chiamata a confrontarsi con la disciplina di derivazione unionale e con le proposte innovatrici della Commissione Europea.
Mettere insieme questi tre livelli di ragionamento e di pensiero permette di orientarsi meglio nel quadro delle possibili evoluzioni che impatteranno sugli Enti locali nei prossimi mesi. Ne deriva quindi una maggiore conoscenza degli obiettivi generali posti dal legislatore europeo e da quello nazionale, presupposto necessario per orientare le scelte tecniche legate all’interpretazione di norme in costante evoluzione.
Kibernetes ha aperto da anni tavoli tecnici di confronto su questi punti, per dare ai propri clienti metodologie e servizi basati su tecniche fiscali più in linea con un contesto molto peculiare. In questo si nota un’evoluzione rispetto a l’impostazione meno specializzata nell’ambito pubblico portata dagli studi professionali, per natura generalisti e orientati al prevalente ambito privato. La gestione fiscale che Kibernetes propone ai propri clienti è già frutto di un’attenta selezione e nasce direttamente in un ambito connesso unicamente al mondo pubblico.
Arricchire il dibattito di interventi autorevoli, libera tanta teoria dal vizio dell’autoreferenzialità e dona maggior respiro a un tema di sicuro interesse per le amministrazioni davvero accorte e attente.
Un’interessante riflessione sul fronte dell’Imposta IVA ha riguardato il fatto che nell’era digitale le imposte debbano evolvere perché pur diminuendo il PIL, diminuisce il gettito fiscale. Non ci si può più nascondere dietro il principio della non stabile organizzazione laddove si rilevi un impressionante aumento degli acquisti su piattaforme tecnologiche web che non hanno confini. I principi del periodo pre-internet, utili a far sviluppare le attività connesse alle nuove tecnologie, oggi perdono senso. I recenti patteggiamenti fiscali dei colossi Google, Amazon, Apple e Facebook sono primizia di questo cambiamento.
Lo spazio unico europeo e quattro pilastri che la UE vuole proporre per riallineare le imposte indirette alla catena del valore sono forse l’unica soluzione praticabile, sempre però nell’ipotesi di un’Europa più unita.
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