Troppa IRES sugli ospedali crea squilibri verso il privato
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Le Aziende sanitarie locali e quelle ospedaliere sono gravate da un’imposizione IRES oggettivamente gravosa. Le de-commercializzazioni, disposte dagli articoli 74 e 143 del TUIR, conducono alla tassazione a redditi fondiari degli immobili. L’IRES pagata per un ospedale pubblico può superare i centomila euro, creando quindi squilibri con la sanità privata, che invece deduce le quote di costo dai redditi di impresa.
Una seconda norma agevolativa porta a un’altra discriminazione tra le Aziende sanitarie e quelle ospedaliere. L’art. 6 del D.P.R. n° 601/1973 prevede la riduzione a metà
dell’IRES pagata dai soggetti dedicati all’assistenza, all’istituzione e alla beneficenza, tra i quali anche gli “enti ospedalieri”.
Ciò lascerebbe fuori gli ospedali delle Aziende sanitarie che in decine di ricorsi tributari hanno ottenuto un sostanziale pareggio tra sentenze a favore e contro.
Per finire, con la riforma del “Terzo settore” siamo alle porte dell’abrogazione di quest’ultima agevolazione: nella bozza di progetto sembrano esclusi anche gli “enti ospedalieri”.
Per aggiungere incertezza a un quadro confuso, non si sarebbe fin qui potuto fare di meglio.
Edoardo Capulli